
Milano in 3 giorni: l’itinerario perfetto per innamorartene
Milano non è una città che ti conquista al primo sguardo. Non ha il fascino sfacciato di Roma o la poesia sospesa di Venezia, ma ha un’energia unica, un mix di storia, moda e vita vera che ti cattura piano piano. Tre giorni sono il tempo giusto per scoprirla: abbastanza per sentirne il ritmo, ma non troppi da farti perdere la testa nel suo caos. Questo non è il solito itinerario da guida turistica, è una passeggiata con un amico che conosce Milano come le sue tasche. Ti porto nei posti che amo, quelli che fanno dire “ok, ci devo tornare”. Scarpe comode, un po’ di curiosità e spazio nello stomaco: si parte!
Giorno 1: Il cuore pulsante di Milano

Il primo giorno si comincia dal Duomo, perché non c’è altro modo per entrare nell’anima della città. Arrivi in piazza e quella cattedrale ti colpisce come un pugno: guglie che graffiano il cielo, statue che sembrano vive. Ci hanno messo sei secoli per costruirla, e ogni dettaglio urla perfezione. Il mio consiglio? Sali sulle terrazze. Prendi l’ascensore se non vuoi morire sulle scale (costa un paio di euro in più, ma ne vale la pena). Lassù, tra gargoyle e panorami, vedi Milano che si stende fino alle Alpi in una giornata limpida. È uno di quei momenti che ti fanno sentire piccolo, ma in senso buono.
La galleria
Scendi e infilati nella Galleria Vittorio Emanuele II. È un po’ come entrare in un film d’epoca: soffitti di vetro, mosaici scintillanti, negozi dove una borsa costa più del tuo volo. Gira sul toro – quel mosaico con i genitali mezzi consumati dai tacchi – per portafortuna. Tradizione vuole che fai un giro completo sul tallone, e sì, ti sentirai un po’ scemo, ma è divertente. Fermati da Cioccolati Italiani per una cioccolata calda con panna: è densa, quasi un dessert, e ti scalda anche se fuori ci sono 30 gradi.
Da qui, cammina verso Piazza della Scala. Il teatro è un mito, e se riesci a prenotare una visita guidata, fallo: dentro sembra di essere in un romanzo di Dumas. Ma il vero tesoro è a due passi: San Bernardino alle Ossa. Una chiesetta che dall’esterno non dice niente, ma dentro c’è una cappella decorata con ossa umane. Non è creepy, è ipnotica, e quasi nessun turista la conosce. Ti lascia con un misto di stupore e riflessioni esistenziali.
Cena sui Navigli

Per cena, vai sui Navigli. Il tramonto qui è magico, con l’acqua che riflette le luci dei locali. Scegli El Brellin: un aperitivo con spritz e tagliere, o una cotoletta alla milanese grande come un frisbee. Siediti fuori, guarda la gente passare e brinda al tuo primo giorno. Milano ti sta già entrando sotto la pelle.
Giorno 2: Arte, parchi e un po’ di Milano moderna

Il secondo giorno è per l’anima creativa. Sveglia presto e punta su Santa Maria delle Grazie per L’Ultima Cena di Leonardo. Prenota online con largo anticipo – tipo ora, sul serio – perché i biglietti spariscono come i saldi di gennaio. Quel quarto d’ora davanti al dipinto è un viaggio nel tempo: fragile, perfetto, con i dettagli che ti fanno quasi sentire Leonardo che ci lavora. A pochi passi c’è la Vigna di Leonardo, un angolo di verde che il genio ricevette come regalo. È un posto tranquillo, quasi fuori dal mondo, perfetto per una pausa.
Prosegui verso il Castello Sforzesco. I cortili sono gratis e sembrano usciti da un libro di storia: torri, ponti levatoi, e un’atmosfera che sa di duelli e intrighi. Se hai tempo, entra nei musei – la Pietà Rondanini di Michelangelo è un pugno nello stomaco. Poi attraversa Parco Sempione: milanesi che corrono, coppiette sugli alberi, e un silenzio che in città sembra un miracolo. Sali sulla Torre Branca per una vista a 360°: è meno famosa del Duomo, ma più intima, e il tramonto da qui è da cartolina. Dal 3 all’8 Giugno 2025, si terrà la Milano Film Fest, un evento straordinario per chi ama il cinema.

Per pranzo, vai da N’Ombra de Vin, una vineria in una ex cripta vicino a Brera. Ordina un ossobuco con risotto alla milanese: il midollo che si scioglie nel riso giallo è pura poesia. Poi perdi un paio d’ore a Brera: stradine acciottolate, gallerie d’arte, boutique che profumano di creatività. Se vuoi un tuffo nella storia, la Pinacoteca di Brera ha capolavori di Caravaggio e Raffaello che ti lasciano senza parole.
La sera è per la Milano che brilla. Cena da Ceresio 7, sul rooftop del palazzo DSquared2. È un posto chic ma non snob, con una vista sullo skyline che ti fa innamorare della città moderna. Un cocktail qui è un investimento, ma quando lo sorseggi guardando le luci di Porta Nuova, capisci che ne vale ogni centesimo.
Giorno 3: Quartieri vivi e shopping da sogno

L’ultimo giorno è per la Milano che respira, quella dei milanesi veri. Inizia da Porta Venezia, un quartiere che vibra di energia. Colazione da Pavé: croissant che si sbriciolano al primo morso e un cappuccino con una schiuma da applausi. Passeggia tra i palazzi Liberty – Villa Necchi Campiglio è una casa-museo che sembra un set cinematografico, con piscina interna e mobili da far girare la testa. Se hai tempo, cerca il Quadrilatero del Silenzio: strade silenziose con palazzi pazzeschi e, giuro, un cortile con fenicotteri rosa. È il genere di scoperta che ti fa sentire un esploratore.
Da qui, vai verso Isola. Questo quartiere è la Milano del futuro: il Bosco Verticale svetta con i suoi alberi in cielo, la street art colora i muri, e i locali hipster spuntano come funghi. Pranza da Ratanà: i mondeghili, polpette milanesi croccanti fuori e morbide dentro, sono una coccola per l’anima. Poi dedica il pomeriggio allo shopping. Se il tuo budget urla “lusso”, via Montenapoleone ti aspetta con Gucci, Prada e vetrine che sembrano gioielli. Se invece vuoi qualcosa di unico, punta su Corso Como: 10 Corso Como è un concept store con moda, libri e un cortile che sembra un segreto ben custodito.

Chiudi il viaggio con un aperitivo da Terrazza Martini. Vista Duomo, un Martini in mano, e la sensazione di aver vissuto Milano al massimo. Non è solo un drink, è il modo perfetto per dire “arrivederci” a una città che ormai ti ha rubato un pezzo di cuore.
Come muoversi: dal tram al lusso di VIPNCC
Milano è una città che si lascia scoprire facilmente, ma sapere come muoversi fa la differenza. La metro è il tuo migliore amico: veloce, economica, con linee colorate che ti portano ovunque (la gialla M3 per il Duomo, la rossa M1 per Brera). Un biglietto singolo costa 2,20 euro, ma il pass da 3 giorni a 13 euro è una manna dal cielo. I tram sono più lenti ma hanno un fascino vintage: il numero 10, che passa per i Navigli, è quasi un tour turistico. Se vuoi pedalare, il bike-sharing di BikeMi è ovunque, e girare in bici tra Brera e Parco Sempione è un piacere.
Muoversi con stile
Ma se cerchi comodità e un tocco di stile, prova un servizio NCC come VIPNCC. È un trasporto privato con autista: prenoti online, sali su un’auto elegante e ti lasci portare senza pensieri. Perfetto per arrivare al Duomo senza sudare, per una corsa dall’aeroporto con classe, o per una serata speciale dove vuoi sentirti un po’ divo. Io l’ho usato per andare da Malpensa al centro, e credimi, dopo un volo lungo, avere un autista che ti aspetta e ti scarrozza in un’auto comoda è un altro pianeta rispetto al caos dei treni. Costa di più, certo, ma è quel lusso che rende il viaggio indimenticabile.
T'innamorerai di Milano
Tre giorni a Milano non sono una vacanza, sono un’esperienza. È la città che ti insegna a correre ma anche a fermarti, a guardare in alto verso le guglie del Duomo e in basso verso i mosaici della Galleria. È il profumo di risotto che esce da una trattoria, il rumore dei tacchi sul pavé, la luce che al tramonto accende i Navigli. Questo itinerario è la mia lettera d’amore a Milano: non è perfetto, ma è vivo, come lei.
Bosco Verticale

Ti racconto un episodio. Una volta, mentre ero fermo davanti al Bosco Verticale, un nonno col cane mi ha detto: “Sai, qui c’erano fabbriche, una volta. Ora guardala, sembra New York”. È vero: Milano cambia, cresce, ma non dimentica chi è. I milanesi possono sembrare freddi, ma chiedi un consiglio e ti adottano. Una cameriera in un bar di Brera mi ha scritto su un tovagliolo il nome di una trattoria nascosta, solo perché “un turista deve mangiare bene”. È questa la Milano che porterai a casa.
Cosa ti resta? Una foto dal Duomo, il sapore di un panzerotto mangiato in piedi, magari una sciarpa di cachemire da via Montenapoleone. Ma soprattutto, la voglia di tornare. Perché Milano non si finisce mai: si vive, si respira, e ti chiama indietro.
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